sabato 2 marzo 2013

Contro ogni stereotipo

Oggi ho dormito fino a tardissimo fra le braccia di lui.
Poi mi sono svegliata e sono piombata dritta dritta nel loop del: "ma se poi succede che..." e via un sacco di paure giganti sulla rovina completa della vita di coppia, sulla perdita totale di una vita come piace a me in favore di un'altra che non mi appartiene fatta di ritmi incessanti scanditi dallo sport a cui portare il bimbetto e la cura maniacale della casa.
Allora mi son messa a leggere e pagina dopo pagina ho terminato il libro di Chiara Cecilia Santamaria "quello che le mamme non dicono" frutto dello tsunami esistenziale che l'ha colpita dopo aver scoperto di essere rimasta incinta, raccontato con estrema sincerità.


E sono arrivata a queste parole che parlano di me e delle paure e dei dubbi che mi attraversano in questi mesi in cui sbagliando lo so, sono tutta proiettata al come e cosa sarà dopo il parto e non mi godo il viaggio attuale in balia delle valutazioni di vite, di cui non so proprio nulla, della gente che mi gira intorno, di mamme che sono mamme in un modo che probabilmente non sarà il mio.

La maternità non può viaggiare sui binari dello stereotipo, altrimenti rischia di diventare un concentrato di frustrazioni tenute a galla soltanto da una rete di sensi di colpa e omertà.

Come sempre la parola chiave è accettazione, accettazione di quanto mi sta succedendo e sopratutto capacità di stare nel qui ed ora senza lasciare libero sfogo alla razionalizzazione di tutto che si basa su dei si fa così decisi da altri.

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