lunedì 11 febbraio 2013

Un'irresistibile voglia di andare via

Oggi va cosi.
Certo la mia vita sta cambiando e cambierà sicuramente in meno di sei mesi.
Nascerà un bimbo che avrà bisogno di cura e attenzioni.
Tutto passerà in secondo piano. Anche io. Anche il Lui che c'è già.
Però se c'è una cosa che non voglio è caricare il piccolo in arrivo di tutte le mie speranze e aspettative sull'aria nuova di cui la mia vita ha bisogno.
Non voglio che nasca già pieno di aspettative di una mamma frustata che qui non sta più bene.
Non mi sembra giusto. Non è giusto.
Io voglio farlo nascere in un bel posto. Un luogo che lo faccia stare bene, che gli insegni delle cose, che gli dia speranze.

E l'Italia secondo me non è più il Paese adatto.
Sono precaria da una vita, da quando ho finito l'Università. Prima co.co.pro, ora partita iva.
Non che il posto fisso faccia per me ma anche tutta questa scarsità di prospettive non lo fa.
Un lavoro che dopo tredici anni di esperienza oggi c'è e domani forse non più.
Il perché è presto detto, lavoro nel sociale, uno dei settori più bistrattati di questa nostra bella Italia in decadenza.
E nemmeno le imminenti elezioni mi fanno ben sperare.
Assolutamente.
E allora io questo figlio lo vorrei crescere al caldo, nella natura, con un papà e una mamma che non gli gridano: "dai" alla mattina appena sveglio, con un papà ed una mamma che non vede solo due ore la sera e due giorni nel weekend ma coi quali passa del tempo, con una mamma che non aspetta lui per sentirsi realizzata ma che è già realizzata di per se.
E allora io ho un sogno.
Che cresce dentro di me e vorrei che anche lui, questo sogno, vedesse la luce.
Come il mio bimbo.
E intanto continuiamo a navigare.

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